Nonostante siano panchine in legno, hanno un cuore
Pezzi di legno, in mano ai nostri designer, diventano arte: non più sedute ma puro amore
Ci sono panchine in legno e panchine in legno. Quelle che sono intagliate nel legno scalfito dal tempo, e quelle che sono veri e propri articoli di arredo urbano: sopraffine, delicate, pezzi di architettura e design . Elementi che rendono parchi, piazze e città uno spazio naturale, ecologico, creando un ambiente romantico, dove la relazione diviene il centro di tutto.
Le panchine in legno sono una fetta di arredo urbano destinato agli spazi esterni: LAB23 esalta la classica seduta con un estetica spiazzante ed emozionale, destinata alla vista e al cuore. Mantenendo gli aspetti classici di funzionalità e confort, amplifica il concetto di passione e design.
“Gli innamorati delle panchine” è un testo ironico e al contempo romantico del poeta francese Georges Brassens che esprime il significato profondo dell’oggetto in tutta la sua essenza.
Chi guarda il nostro catalogo e vede solo panchine in legno come strumenti per sedersi e appoggiare borse e cappelli durante una sosta, forse non riesce semplicemente a ricordare. È un po’ come chiudere la porta in faccia al passato, quando la nostalgia diventa amara e rimuove, in un black out temporaneo, i bei momenti trascorsi quando la vita era più leggera.
“Quando saranno passati gli anni e si saranno bruciati i sogni nel cassetto
Quando il cielo sopra di loro sarà brutto scuro
Se ne accorgeranno certamente
Che su quelle panchine verdi
Seduti a farsi i dispetti
Hanno passato i momenti migliori di tutto il loro amore”.
Ecco, quelle panchine in legno che riaffiorano dai ricordi dell’adolescenza di Brassens, sono le stesse che riemergono nella nostra memoria così come nelle immagini di un film indimenticabile, Forrest Gump. Proprio quelle dove quel protagonista così particolare, insicuro e forte allo stesso tempo, si sedeva paragonando la vita ad una scatola di cioccolatini.
Che siano verdi come le evoca la poesia, oppure nel semplice color legno, sono le stesse panchine che cantava Baglioni in “Poster”, seduto di fronte al porto come tutt’ora fanno anziani e bambini, assorti ad osservare le navi in partenza e in arrivo, e le stesse che cantava anche Zucchero, mentre aspettava infreddolito la metro, totalmente avvolto nel suo paltò.
Le possiamo vedere, nella nostra mente, ora che le abbiamo riportate alla memoria. Ma sono sfuocate, sdrucite, scheggiate, imbrattate di graffiti e gomme americane, consunte dal vento, dalla nebbia, dal sole.
Nel catalogo di LAB23 esistono le panchine in legno con fioriera, che sono quelle che associano strutture importanti in acciaio e coniugano poi la delicatezza del legno (Iroko o Okumè a seconda della scelta del designer o dalla necessità del committente) a quella delle piante per riprendere il concetto naturale dell’idea portante, ossia che non è importante solo il contenuto ma anche il contenitore, quando si parla di piante e fiori.
C’è la panchina in legno WALL, che unisce la freddezza del muro al calore del legno e riporta all’idea dei “ragazzi del muretto”, così amati negli anni ’80, che riportano al fattore adolescenziale: la panchina come posto di ritrovo, che sia esso alcova d’amore o sede di amicizie e legami profondi, che durano nel tempo e nella memoria.
Ci sono le panchine in legno FLY, dove gli elementi portanti, legati tra di loro tramite saldatura a filo continuo e l’idea del volo è immaginata come un’ala forte e sicura dove il legno è robusto e indissolubile, quelle YPSILON, TSUMI, TORI, dove il design lega acciaio e legno attraverso forme tondeggianti, arrotondate e tendenzialmente armoniche, quelle CLASICO, STRETCH ed EIGHT, dove le linee sottili dell’acciaio si legano con linee rigide e dinamiche del legno, quasi a stimolare l’idea una seduta di passaggio, volta all’azione.
Ci sono le CEKTA WOOD, le PAPER WPC e le FREEDOM, che richiamano quelle sopra, ma azzardano un po’ di più nella personalizzazione dello stile.
Infine ci sono le STRATES WOOD, di essenza esotica, fatte ad incastro, in un gioco di acciaio e legno tendente a somigliare ad una casetta gioco per bambini: fantasiosa, caparbia e un po’ insolente, nel suo genere e poi la BENCH, che per contro, ricorda la classica vecchia panchina rinvigorita però da una fluente e seducente linea tondeggiante.
Per ogni modello proposto dai designer di LAB23, vengono associati i concetti di bellezza a freschezza e natura, per rispettare un credo che punta all’ecologia e all’innovazione tecnologica: far si che il legno non si deteriori ma si esalti, proteggendone ogni dettaglio e facendo si che il tempo si fermi, come volesse sedersi anche lui, a sognare un pò. Li dove non riusciamo a fermare il tempo, torniamo alla realtà e diciamolo come va detto, Brassens ci perdoni: noi siamo proprio “in love” con le panchine in legno.